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Il racconto può essere un utile e potente strumento per comunicare e sensibilizzare su temi delicati e complessi non solo la fascia dei bambini ma anche la famiglia che li accompagna nella fruizione.
Infatti la creatività espressa in racconti e fiabe, ma anche in eventi teatrali, attraverso i supporti digitali, i cartoni animati attiva l’immaginario del bambino e crea quell’effetto di coinvolgimento empatico necessario per sintonizzarsi con il suo mondo e creare poi un canale d’ascolto efficace.
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Ed è proprio questo il punto: il bambino così ascolta, apprende, si coinvolge, ricorda.Si attiva una vera e propria relazione, anche se fantastica, con i personaggi del libro che li traghetta in un mondo di emozioni e di conoscenza.
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Attraverso la letteratura per l’infanzia si può influire sugli aspetti culturali e sociali discriminanti, parlando ai bambini che poi cresceranno. Si inviano dei messaggi che possono essere talmente interiorizzati da diventare fondamentali. Piccole luci che riscaldano e illuminano il proprio universo, un cielo stellato che riempie il buio.
L’interiorizzazione può attivare un atteggiamento di rispetto e amore nei confronti delle cose e delle persone che gli adulti hanno un po’ smarrito.
È molto profondo il cambiamento che c’è stato in questi anni: spesso l’esteriorizzazione ha assunto la guida delle nostre vite.
Dobbiamo attivare una riconversione partendo proprio dai bambini. Ad esempio nei miei libri i personaggi escono dai guai con l’intelligenza e non con le maniere forti. Per questo, i videogiochi violenti possono essere molto pericolosi, specialmente nelle fasce di età in cui non si riesce a distinguere al meglio la realtà dalla fiction.
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I più piccoli non devono pensare che la violenza sia la realtà e una qualità da coltivare. Trovo che questo aspetto sia fondamentale.
Attraverso la lettura i piccoli lettori possono sviluppare nuove idee e gli si aprono mondi diversi che possono incidere anche sui comportamenti.
E non si arriva solo ai bambini ma anche ai genitori che accompagnano i piccini nella lettura quando sono ancora piccoli, nella fascia delle elementari.E che si ritrovano a loro volta a rivestire i panni dei loro figli e a rivivere il colore un’infanzia ormai dimenticata.